Il Telegrafo – Il Rotary Club aiuta la chiesa di San Gualberto


L’altare è stato ripulito, sistemati i paramenti. I ringraziamenti di don Cristian Leonardelli

La Chiesa di San Giovanni Gualberto a Valle Benedetta è stata oggetto di un’opera di sistemazione da parte del Rotary Club di Livorno, che ha contribuito generosamente alla cura e ripulitura dell’altare, dei paramenti sacri e delle pareti del presbiterio. I lavori di sistemazione sono durati una settimana e hanno reso valore al patrimonio della storica chiesa barocca, punto di riferimento per una comunità parrocchiale viva, che ha il suo perno nel parroco don Cristian Leonardelli. Il vicepresidente del Rotary Club di Livorno, dottor Fabio Matteucci, ha presentato il lavoro svolto nella parrocchia, ed è poi intervenuto Don Cristian che ringraziando il Rotary ha parlato del principio convivialità delle differenze: “Sono vostro ospite e voi siete miei ospiti, è così che nasce il principio di comunità, la convivialità delle differenze. È uno scambio bello, dove ognuno ha le sue possibilità, le sue ricchezze, e le mette in comune nell’incontro con l’altro. La vita comunitaria è una delle esperienze più significative che viviamo qui, è per questo che a Valle Benedetta si respira un’aria di pace, che oggi possiamo sperimentare insieme”. Nel corso dell’evento Valentina Campedrer, coordinatrice dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Livorno, ha raccontato il patrimonio artistico della chiesa intitolata a San Giovanni Gualberto, ripercorrendone la storia, che è strettamente legata alla sua comunità: “questo luogo era chiamato Valle d’Inferno a causa delle difficoltà nel raggiungerla, grazie all’intervento dei Gesuati fu costruita questa chiesa barocca, e anche il posto cambiò denominazione, diventando Valle Benedetta, fu allora dotata di una prima strada, e molti finanziatori commissionarono opere”. Nel 1846 ci fu un terremoto che provocò ingenti danni. Poi l’incuria e i gravi danni hanno accompagnato la Chiesa fino ai primi anni 2000, dove a causa del dissesto idrogeologico molte opere sono state prese in cura dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e dalla Diocesi, che le hanno ricoverate nel Museo Diocesano. “Quando è arrivato don Cristian si è reso possibile il reinserimento di queste opere nella chiesa” ha continuato la Campedrer. Nel corso degli anni però la chiesa si è arricchita di numerose opere provenienti dal circolo degli artisti del “Cenacolo della Valle Benedetta”, fondato nel 1971 dal dottor Piero Monteverde nella sua villa.

Simone Bacci