QuiLivorno – Il basket livornese al centro di un incontro organizzato dal Rotary Club Livorno


Il basket livornese al centro di un incontro organizzato dal Rotary Club Livorno

 

Il Rotary Club Livorno ha organizzato e svolto allo Chalet della Rotonda l’evento “Tra passato, presente e futuro, il Rotary intervista i grandi uomini del basket livornese”, cui hanno preso parte il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, il presidente del comitato regionale di basket della Toscana, Massimo Faraoni, il delegato provinciale del Coni di Livorno, Gianni Giannone, nonché due vecchie glorie del basket labronico, Nedo Filoni ed Andrea Forti, rispettivamente di area Pielle e Libertas

Alla vigilia della grande sfida tra Libertas 1947 e Pielle, per celebrare la palla a spicchi livornese, il Rotary Club Livorno ha organizzato e svolto allo Chalet della Rotonda l’evento “Tra passato, presente e futuro, il Rotary intervista i grandi uomini del basket livornese”, cui hanno preso parte il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, il presidente del comitato regionale di basket della Toscana, Massimo Faraoni, il delegato provinciale del Coni di Livorno, Gianni Giannone, nonché due vecchie glorie del basket labronico, Nedo Filoni ed Andrea Forti, rispettivamente di area Pielle e Libertas. L’evento, come spiegato dalla presidente del Rotary Livorno,

Vanessa Turinelli, ha chiuso il ciclo di incontri “Quattro chiacchiere allo Chalet” che in estate ha visto il club impegnato in altre serate aperte al pubblico dedicate prima al “porto delle donne” con la partecipazione dell’assessora comunale al Porto Barbara Bonciani e poi con l’intervista alla ballerina Luciana Savignano, étoile della danza internazionale, svolta dalla stessa Turinelli, il tutto nell’ambito del progetto District Grant, finalizzato a raccogliere fondi per realizzare una casa di semiautonomia per le donne vittime di violenza. “Rilanceremo la gestione del Pala Modigliani con un partenariato tra pubblico e privato”, ha affermato il sindaco Salvetti, che ha aggiunto: “L’intento è avere due palasport interscambiabili non solo per le società di basket, ma anche per gli altri sport e per eventi di vario tipo e per i concerti. Il ritorno in città della Nazionale di pallacanestro è stato un successo. La federazione di pallavolo ha chiesto informazioni per far arrivare a Livorno anche la Nazionale di volley”.
Salvetti, che è anche assessore allo Sport, ha anche affrontato la questione dell’impiantistica sportiva in relazione agli sport che si svolgono nelle palestre: “Intendiamo aumentare il numero di impianti a disposizione della città”.
L’iniziativa, allietata da intermezzi eseguiti dal giovane musicista Niccolò Corsaro, si è svolta all’insegna di ricordi, aneddoti e storie di uomini e palloni arancioni ed a spicchi, mentre in platea vi erano il presidente Francesco Farneti e il coach Marco Cardani della Pielle, il direttore sportivo Gianluca Mannucchi della Libertas e il fotografo Paolo Bonciani autore della foto simbolo della pallacanestro livornese, quella scattata alla fine degli anni Settanta nell’attuale Pala Macchia in un derby tra Libertas e Pielle, con quattro giocatori, tre libertassini e un piellino, che si contendono, con le braccia alzate al cielo, il pallone che volteggia libero nell’aria.
“Quella tra Livorno e il basket è una lunga storia d’amore che dura da più di ottant’anni”, ha affermato il giornalista Marco Ceccarini introducendo il dibattito e sottolineando che “è bello che questo confronto avvenga in occasione del derby di Supercoppa tra Libertas e Pielle”.
Faraoni, memoria storica della pallacanestro, oltre che dirigente del Don Bosco e del Basket Livorno, ha fatto notare che “la famosa sinergia tra Pielle e Libertas fu soprattutto un’operazione finanziaria che portò alla cessione del titolo di A2 della Pielle alla Reyer Venezia per quattro miliardi di lire”. La Libertas assorbì la prima squadra della Pielle. Essa rappresentò la svolta, in senso negativo, del basket livornese. Tanto che, con la successiva scomparsa della Libertas, la città si ritrovò cancellata dalla scena nazionale.
Anni dopo ci provò il Basket Livorno, che altro non fu che il Don Bosco che cambiò denominazione, a riportare la città dei Quattro mori nella élite del basket. Assieme a Faraoni, in quella società, ci fu anche Giannone, che per alcune stagione ricoprì il ruolo di vicepresidente, il quale ha evidenziato che “avevamo il nuovo palasport a Porta a Terra, giocavamo in Serie A, ma non avevamo pubblico perché i tifosi si riconoscevano ancora in Libertas e Pielle”. La vicenda del Basket Livorno, uscita di scena la vecchia dirigenza, si concluse nel 2009 con l’estromissione dai campionati di vertice.
Filoni, l’uomo che in una infuocata sera di maggio del 1980 mise a segno il canestro con cui la Pielle, sconfiggendo il Petrarca Simod Padova, ipotecò la prima storica promozione in A2 sotto il marchio Leone Mare, ha invece raccontato un basket che non c’è più, un basket a tratti amatoriale eppure di buon livello, sottolineando in merito a quel suo canestro: “Chissà come sarebbe andata a finire senza quella storica vittoria…”.
Infine, Forti, l’uomo suo protagonista di una delle vicende più incredibili della storia del basket italiano, che parlando della finale persa nel maggio 1989 contro l’Olimpia Philips Milano, soffermandosi su quella incredibile sconfitta, ha chiosato: “La delusione fu enorme, tanto che pensai perfino di smettere, ma poi capì che quanto accaduto doveva insegnarmi a come possono andare le cose nella vita e nello sport”. Il suo canestro, segnato a fil di sirena, fu prima concesso e poi annullato dagli arbitri, con l’incredibile e dolorosa beffa che si consumò ai danni della Libertas Enichem e della sua tifoseria